Domenica pomeriggio la sempreverde PuntoBianca del NonnoPamPam ha fatto ancora rotta verso la valle dell'Adige, coprendo i 357 km dell'ormai consueto casa - casa in nonchalance.
Rieccomi dunque in quella che ormai considero la mia casa adottiva.
Rieccomi nell'ufficio della facoltà di economia che potrebbe diventare la base operativa dei miei prossimi 30 mesi. Tantini, cazzo.
Rieccomi nella città che è diventata teatro dei miei opposti, umorali e caratteriali, che forse mi ha solleticato in luoghi meno comuni e più feroci. Teatro di un desiderio autentico, dopo tutto.
Un momento.
Non è che Trento sia sta gran figata di posto, diciamoci la verità. Non vorrei che qualche neofito di questo spazio (non credo ce ne siano, ma non voglio rischiare) fantastichi sul freddo avamposto dell'italianità (nella sua versione trentina) in terra quasigermanica, magari immaginando festini bohémien e un tessuto cultural/artistico tipoberlino.
Niente di tutto ciò.
Voglio dire, a me questa cittadina provincialotta del cazzo piace pure, ma non è questo il punto.
Il punto è ciò che accade.
A questo punto mi viene in mente his dark materials di Philip Pullman, con quella Polvere, invisibile agli occhi, una particella che è metafora dell'anima, e si concentra attorno alle persone, specialmente nelle ore dell'amore.
Ecco, immaginavo quanto sia diverso luogo, uno qualsiasi, che può anche essere questa città, con quella Polvere a formare una corrente invisibile per le strade, o senza di essa.
A quanto può significare un respiro di Polvere, scaturito dall'incontrarsi di due mani.
Molto.
Pensavo a tutto questo, mentre tornavo qui, domenica.
E mi tornava in mente anche ciò che scrissi a marzo, quando gli eventi mi hanno riportato da queste parti.
Era primavera.
Ora c'è la neve al lato delle strade.
Ma si scioglierà, cedendo il passo ad un altro marzo.
Non ho mai smesso un solo istante di crederlo.
martedì 13 gennaio 2009
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