martedì 28 settembre 2010

settembre (la verità e la bellezza non fanno rumore)

Sono passati due anni dall'ultimo settembre.
Basta scorrere le pagine di questo blog, e ci si accorge che ne manca uno.

Settembre è stato sempre - per me - un mese importante.
Un mese di progetti e bilanci, scrivevo anni fa, alla vigilia del mio primo viaggio verso il Trentino, il luogo che è diventato - oggi - la mia casa. Che sia "ora" o "per ora", poco importa.
Ciò che importa, mi scriveva qualcuno per la prima volta poco più di un anno fa, è il "qui" ed "ora". Che possono anche essere - o diventare - sempre.
Mi piace pensare che, fra qualche anno, potrò scorrere queste pagine e rileggere le pieghe e la direzione del mio percorso. E sorridere, e magari versare anche una piccola lacrima.

E ritrovare, anche, il settembre che manca.
Un anno fa non c'era tempo per scrivere. Ricordo i pensieri di quei giorni, il ripromettermi di aprire questo blog e scrivere - finalmente - il settembre che stavo aspettando.
E, invece, come ho imparato a capire e ad amare, ci sono momenti che non si possono dominare, addomesticare, ricondurre ad una pagina.
Esistono tempi che vanno - semplicemente - vissuti.

Così è stato per il settembre più importante della mia vita, quello su cui non ho scritto nulla.
Oggi, a distanza di un anno, posso dire che allora varcai la linea d'ombra.
Riconosco l'importanza di quel passaggio, e la paura che mi scatenò.
Ricordo alla perfezione la sensazione che provai quando mi resi conto che tutto mi portava lì, ad unum.

Oggi è un altro settembre.
C'è il sole fuori, un sole che, quasi fosse un bello scherzo, "mi lascia vestire ancora leggero".
Ho aspettato questo momento, ho desiderato scrivere queste righe.
Perchè questo sono io, queste sono le cose che faccio, e amo riconoscermi.
In continuo divenire, inidentico a me stesso, ma sempre io.
Guardo fuori dalla finestra, e mi viene voglia di correre. Sotto questo sole di settembre.
E mi viene voglia di correre tenendoti per mano.
Perchè se oggi sono qui, e posso scrivere queste parole, e mi commuovo nel farlo, è tanto grazie a te, grazie a noi.

E allora mi piace dedicarti questo settembre.
Che roba strana, dedicare un mese! Manco fosse una canzone.
Ma te lo dedico comunque.

Non si può fare nessuna promessa di eternità, il persempre è un tempo quotidiano, scandito dal ritmo dei nostri respiri.
Quindi non ti prometto nulla, neanche per domani.
Ma come si può dire questo settembre? Ah, sì, ecco la parola che userei.
Direi famiglia.




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